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Giuliano Beretta

Giuliano Beretta, comasco, autodidatta, si è scoperto poeta a cinquant’anni.
Iscritto all’Àcàrya dal 1979, vive la sua anarchia nelle poesie.
Poeta che tramuta la pesantezza dell’abitudine nel volo leggero di una farfalla trasformata in metafora. La sua vita attuale è scandita non dall’orologio, ma da petali di margherite sui prati che circondano i monti del lago.  Ha pubblicato diversi volumi della collezione Quaderni dell’Àcàrya: Quaderno nr. 1 "Poesie" anno 1981, nr. 9 "Non e' colpa dei mattoni" anno 1986, nr. 10 "Julien poesie d'amore" anno 1990, nr. 17 "Decomposizione di un diario"anno 1992, nr.18 " La neve e' acqua vestita da sposa" anno 1993, nr. 19 "Rumori di grammatica" anno 1994, nr. 22 "Ho stancato il buio" anno 1995, nr. 23 " Le mosche del mio tempo non avevano fantasia" anno 1998. Nel 2000 è uscita una raccolta antologica della sua produzione poetica dal titolo "Poesie Scelte", e nel 2011 il suo ultimo libro "Nel gioco veloce della preda".
Molte delle sue poesie sono apparse su giornali, riviste culturali, su antologie locali e nazionali.
Tutti i suoi libri si trovano nella Biblioteca di Como.

Giuliano ci ha lasciati il 27 agosto 2012.

In calce a questa pagina raccogliamo gli omaggi a Julien da parte degli amici.

 

Giuliano "Julien" Beretta

Alla mia festa
non sarò presente
podere dei miei occhi
nel granaio ho consumato la vita.


 

INSONNIA

Il libro più letto
è il soffitto,
di crepe sottili
e piccole ragnatele,
studio le pareti colorate
da fiori giganti,
mobili rivisti, riletti,
vivi da lumi mistici.
Il filtro delle persiane
mi porta il giorno,
la natura vive le prime ore,
ritorno al campo.
Sbadatamente
schiaccio un fiore bello,
è già morto,
anche delle formiche
fanno la stessa fine,
aspetto un piede gigante
che mi finisca.
Lavoro duro,
sono stanco, mi spremo,
questa notte voglio dormire.  

 

TESTAMENTO

Giorno che dà calore al nulla
con la fiamma
che consuma il vizio della vita
Madre del proprio tormento
crea il sapore
nel riflettere la paura
L’ombra
muove le intenzioni
sul bianco senza memoria
con le braccia nude
per comprendere l’esistenza
che ha smesso di vivere
Bimbo troppo chiaro
per le sue voglie
risucchiato dal sole
nello sconfiggere
la capacità di sognare.

 


OMAGGI A JULIEN
 

A JULIEN  -  Antonietta Sormani

Cùsa ta féet, Julièn
in dùa ta séet adèss? ...

Càta per nün “paròll”
cumè catà farfàll cun la redìna
pöö fài piööv gió 'me neev:
nün ai ragundarèm
par fatt un'àltar lìbar
Julièn.

Cosa fai, Julien / dove sei ora? ... // Prendi per noi "parole" / come le farfalle col retino / poi falle piovere giù come la neve: / noi le raccoglieremo / per farti un altro libro / Julien.

 

JÜLIÈN  -  Francesco Maria Gottardi

Ta serat sciuca
e pianta
’na fòrza da natüra.

    La tua poesia
    par tè
    una liberazion.
    Par nömm
    un tron a ciel seren
    una lüsnada
    arent al gasaghee
    da la giurnada.

I tò paròll
lüsivan in la nòtt
e s’ingrupavan
a ’na vision luntana
tüta tua.

    T’hee lassaa ché
    muntagn da verità
    che vann cercaa
    da suravia di nivul
    a vüna a vüna
    la induve i stèll
    sa tegnan compagnia.

Quan’ naruu via
cercum ’na nicia
dal cèrt s’incuntrarèmm…

    Jülièn.

Tu eri ceppo / e pianta / una forza della natura. // La tua poesia / per te / una liberazione. / Per noi / un tuono a ciel sereno / un lampo / prossimo al clamore / del giorno. // Le tue parole / splendevan nella notte / e s'annodavano / a una lontana visione / tutta tua. // Hai lasciato qui / montagne di verità / che van cercate / sopra le nubi / una per una / là dove le stelle / si tengon compagnia. // Quando andrò via / cercami una nicchia / c'incontreremo certo... // Jülièn.

 

OLTRE IL BIANCO  -  Franco Ciullo
(in memoria di Julien)

Fenice
dopo l'ultimo canto
viandante in cielo ti riaffacci al mondo
-oltre le ambizioni della terra-
con nuove icone
in luci
ed orizzonti.


lunedì, 27 Agosto 2012

 

“ÀCÀRYA” IN PARADIS  -  Giuliana Anzani
(al poeta Giuliano Beretta)

Paròll
föra da schemi sura
di righ
e ta ridevat dentar
a i nòstar facc stranii
… quai völta.

Ta see ná via da prèssa
cu ’l libar dervüü sö ’l cumuden.
Gh’eran bisògn da té.
Tött lé a speciatt, i grand
serad da urganizzà
puesei da declamà…
el tò surris.

E nönn?
La tua cadrega l’è lé. .

“ÀCÀRYA” IN PARADISO - Parole / fuori dagli schemi / sopra le righe / e ridevi dentro / alle nostre facce stranite /… qualche volta. // Te ne sei an- dato in fretta / con il libro aperto sul comodino. / Avevano bisogno di te. / tutti li ad aspettarti, i grandi / serate da orga- nizzare / poesie da declamare /… e il tuo sorriso. // E noi? / La tua sedia è la.