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Coriandoli (di poesia)

 

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Gli autori pubblicati sono : 

Marisa Annoni Lissoni, Giuliana Anzani, Magda Azzi Fagetti, Rosanna Belotti, Giuliano Beretta, Luigi Besana, Antonio Bianchetti, Grazio Caliandro, Ivana Cantaluppi, Ettore Cappelletti, Egidio Cescato, Tina Citterio, Franco Ciullo, Maria Grazia Duval, Alfonsina Franzi Santini, Federica Frigerio, Mariateresa Frigerio, Mauro Fogliaresi, Luciana Galimberti Beretta, Adriana Gervasini, Francesco Maria Gottardi, Sandra Martoglio, Gabriella Melis, Alfredo Merlini, Graziella Molinari, Cesare Puppi, Raffaele Rigamonti, Maria Roncoroni, Roberto Sampietro, Antonietta Sormani, Mansueto Villa.


Gianna Beccalli,  Fabio Caironi, Armando RudiSusy Salvadé, Maurizio Tiberi, Dario Sala.


 

Un angelo in volo - Marisa Lissoni Annoni  

 

Incorniciato in un libero spazio
uno sprazzo di cielo azzurrino
mi evidenzia una soffice nuvola
dalla forma aggraziata di un angelo
con le braccia lunghissime e aperte
e una  veste fluttuante e rigonfia.
La forma del capo appena abbozzata.
Meraviglia! Un messaggio dal cielo.
Io mi incanto a guardarla e mi frullano
nel capo mille pensieri. Chi è l’angelo?
Una cara presenza, un amico che ha lasciato
la terra  o un presagio di nuova partenza?
Poi la forma si allunga e si staglia in una “T”
e la mente si affanna a pensare ad un nome
che incominci con questa semplice lettera.

O è l’inizio di una frase dolcissima
                      “Ti penso”
Questo angelo in volo, apparso stamane
sull’azzurra lavagna del cielo, ha donato
un sorriso o un rimpianto. Devo ancora
scoprirlo. So soltanto che le dita impazienti
hanno fermato sul foglio questo attimo
E da tempo non riuscivano nell’intento.
La poesia sembrava dormire alla grande.

Sembra giunto il disgelo....

()  

 

Ul battesim in "Batteria" (filanda) - Giuliana Anzani

 

Vascuni d’acqua sbruienta
scüra e senza cuscenza
spüzza da cadavar
e man puciaa in da l’acqua. 

“Bagna ben quèll fiur che végn”.
‘Na sbrufada
 par sbassà i ari
 a l’ültima rivada. 

A dudas ann a guadagnà la micca
sutta i vècc imbruttii da la vita
e cantà….cantà,
par scunfund la fadiga. 

Strenc i dinc pora tüsa
che la sira l’è scià
e a cà la tua gent
la ta speccia,
cun ‘na bèlla minestra
sö ‘l föch.

 

Il battesimo in "Batteria (era il nome di una filanda): Grosse vasche d'acqua bollente / scura e senza coscienza / puzza di cadavere / e mani immerse nell'acqua. // "Bagna bene quel fiore che viene". / Una spruzzata / per abbassare le arie/ all'ultima arrivata. // A dodici anni a guadagnare il pane / sotto i vecchi imbruttiti dalla vita / e cantare….cantare, / per confondere la fatica. // Stringi i denti povera bambina / che la sera sta arrivando / e a casa i tuoi genitori / ti stanno aspettando, / con una bella minestra / sul fuoco.

()  

 

Filastrocca per il mio papà Giordano - Magda Azzi Fagetti

 

Anche tu sei stato
           bimbo di borgata,
Anche tu sei stato
           principe azzurro
Anche tu sei stato
           imperatore
nel tuo castello di numeri
           e di poesia
dove echeggiava un linguaggio
           universale;
la tua fede negli uomini
           (spesso tradita) é stata il tuo "credo"
e per "il Cristo-uomo" hai gridato entusiasmi
           troppo grandi per la nostra povera umanità.
Poi hai voluto abdicare
           il nostro cantastorie hai preferito diventare
e come saggio vecchio
           farti ossequiare.
Sei stato sei e
           sempre sarai
il nostro grande papà
che la cosa più importante
          in eredità ci hai lasciato:
il compromesso dello spirito
          mai accettare.

()  

 

Un omm trasaa - Gianna Beccalli

(dialetto brianzolo)

 

Forsi murivi istess   
par ul turment
da mia vess staa ciamaa    
par la tristezza di tò öcc     
o mamm     
par i bestemm ca t'huu faa dé    
o pà.
Ma se vegnevi al mund     
gh'avaress 'vüü 'l dulur    
sö la mia pell    
par vess staa cuncepii    
dopu 'na ciocca  
fra udur de vén, da fömm    
e d'usteria   
e quella donna    
cume 'na baltrocca    
duprada par gudé   
põ, trada via.  
    
Cume pudevat mamm      
slungà i tò brasc    
incuntra ai mè pinett  
insegnamm a cicciarà     
a fä i premm pass      
senza carezz      
senza mai un basén.     
Cume pudevat pà     
indrizzamm via in la vita      
scernendo quell ch'é bòn
e quell ch'é gramm
sa ta m'hée mia cercaa
e inscé
ta m'hée mazzaa.
Forsi
par la pagüra   
dda duvé ciamamm     
par ul timur
da 'vègh un disgraziaa
parché in dal vegné grand
in dal vardamm
saréss staa cume té...
Un omm trasaa.

Un uomo sciupato: Forse morivo ugualmente / per il tormento / di non essere stato chiamato / per la tristezza dei tuoi occhi / mamma / per le bestemmie / che ti ho fatto dire / padre. / Ma se venivo al mondo / avrei avuto il dolore / sulla mia pelle / per essere stato concepito / dopo una ciucca / fra odore di vino, di fumo / e d'osteria / e quella donna / come una puttana / usata per godere / poi, getta via. / Come potevi mamma / allungare le tue braccia / incontro alle mie e così / mi hai ammazzato. / Forse / per la paura / di dovermi chiamare / per il timore / di avere un disgraziato / perché nel crescere / e nel guardarmi / sarei stato come te... / Un uomo sciupato.

()  

 

E diventa una stella - Rosanna Belotti

 

Come è triste la morte del sole !
Il tramonto è una sciabola rossa
che si affonda nel ventre del cielo
colorando la carne del mare.

E' svanita in sordina la sera
e la notte, a falcate giganti
ha raggiunto il gravame del giorno
che si accascia come un tronco spezzato.

Puntuale come sempre, ritorna
il ricordo di un luglio lontano
e di un tronco anzitempo caduto,
così bello da togliere il fiato !

E in quest'ora di lacrime intrisa,
nel dolore che snerva la notte,
una goccia dagli occhi si stacca,
ti raggiunge
e diventa una stella.

()  

 

Sottrazioni - Giuliano Beretta  

 

L'abitudine di una giornata
L'abitudine di un mese
Meraviglia del titolo
che consuma la sabbia
con la ruggine che unisce lo sguardo
Sono partito al rovescio
col giocattolo dal corpo di sasso
 La segatura cambiava il sapore alla minestra
Una sera era di noce
un'altra sera ciliegio
col sudore di mio padre
quasi consapevole nella scelta del legno
Gli arnesi divisi tra la sega e il martello
in una lotta di rumori
Amarognolo l'abete
La betulla vestiva tutta la famiglia
Il bianco delle lenzuola la tovaglia
Quattro posti sono rimasti liberi
Sottrazioni
Misuro la febbre alla sedia
La mano sinistra stringe la mano destra
ultimo rancore del chiodo
che non riesco a raddrizzare.

()  

 

Isole sommerse - Luigi Besana

 

Sul lago una luna offuscata.
Nell’ora che gli uccelli
diventavano stelle
due gote rosse
cancellavano gli astri
col vento fresco
della tua corsa.  

Tenevo le mani aperte
per fermare l’arrivo della sera
e i tuoi passi sulla ghiaia.

In fondo alla strada
poche brevi parole
prendevano le vie del cielo.  

Il mondo s’allontanava come un’isola
lasciando il filo di un’onda.

Un’ala di brezza
piegava un’ombra sottile
fra il lampo dei tuoi occhi
passeggeri di nuvole.  

()  

 

Ha ancora senso la poesia oggi? - Antonio Bianchetti

 

"Amarci è poesia"  così mi hai scritto

e vivere questa emozione
è partire con l' arcobaleno
nella borsa da viaggio

      -    e io so dove incomincia   -

è conoscere l' orizzonte
che ti ritrovi accanto
stretta per mano

      -    e io so dove finisce   -

è scoprire il sapore dell' alba
sopra il tuo seno
prima che la finestra si apra

      o ritrovare

sulle terre emerse della sera
lo stesso movimento
che ci regalava il mare

      -    e io so come farlo durare   -

È  bello
guardare insieme un tramonto
capire che il tempo
non è una frase banale
e poi ritornare a nuotare
sulle acque disegnate dalla pelle
Sciogliere
tra le dita il sole
e donarci un foglio di cielo
con la firma
dei nostri colori

      -    e noi sappiamo come coniugare i sudori  -

E  se amarci è poesia
mai come oggi
queste parole
                      hanno un senso

()  

 

Aria (Valbasca) - Fabio Caironi

 

Le remote, quiete propaggini
di mozziconi di foresta - quel che resta
dell'ubriacatura di castagni e querce -
sono percorse da una lingua sassosa
e dalle suole in gomma
che sollevano polvere e snocciolano
sudore.
Il bosco resta indifferente
fino al termine della notte,
poi indossa la maschera
del compagno silenzioso e fedele.

Furono anni sporchi
con i loro ordigni e i voli bassi
che gridavano distruzione
e non facevano sconti.
Nel tetto di foglie stanche
di un novembre troppo freddo
si persero i battiti di un cuore
tra le esplosioni vicine
e il silenzio incombente.

Rimangono brandelli di templi
- pagani per la Natura e sacri
per l'Animale-Uomo -
in decadimento costante,
eppure forti presenze,
tracce sanguinanti
di un passato che gira intorno
al presente.

E' il canto della cornacchia
che chiude questo giorno
e dà inizio alla danza
dei rumori nascosti,
delle voci inquiete,
degli spiriti celati
nelle cavità dei noccioli
e nelle presenze rimembrate
dei gamberi d'acqua dolce.

Nella fredda aria di pace
rabbrividisco.

()  

 

Quartine di Sonetti inesistenti - Grazio Caliandro

 

Non ho educato bene la speranza:
le ho risparmiato serie osservazioni. . . 
Or lei, oggetto di desolazioni,
su un fuoco ardente a piedi nudi danza 
                   ***
Novembre: con amore, madre terra,
inizia la maternità del grano.
Colui che offre a lei la prode mano
annuncia che non ama far la guerra.
                   ***
Per il sentiero a caccia d'emozione,
adagio, va il poeta e studia a fondo
la rima che gli sorge dal profondo
per fare della vita una canzone.
                   ***
Nel   DNA  dell'aria che respiro
ci sono tracce d'odio positivo,
ma questo non sarà definitivo:
confido nell'amore a cui m'ispiro.
                   ***
Il ladro scappa, eppure non ha preso
che del denaro nel cassetto in stanza
non mi ha neppure chiesto la speranza
che è per questo che mi sono arreso.

()  

 

Infinite Volte - Ivana Cantaluppi

 

Cocci di gioie
frammenti rotti dal turbinio del tempo
meteo e non.

Prigioniera negli affetti  
cui dire non posso
giaccio su sassolini grigi
temprata e raccolta:
perché madre: incedere, prodigare, retrocedere,
imparare, arrabbiarsi, gonfiare il bene,
una nullità.
perché moglie: amare, assecondare, obbedire,
rasserenare, invogliare, esser  solerte.
Non i bagliori al di là della riva
ma il brulicare di accendini
nell’ampio manto di  cielo
vedono con gli occhi
ove io non so arrivare.

()  

 

Senza ritorno - Ettore Cappelletti

 

Una macchia rosa, evanescente
come un’ odalisca tentatrice
mi sussurra con voce suadente:
prendimi, io ti farò felice.”

Un forte desiderio mi avvince
in lotta col residuo intelletto
che ad andare via mi convince,
mi dico, “basta alcool, lo prometto.”

Ho così deciso d’ allontanarmi
malgrado l’ insicura condizione,
ma rinuncio dal tentare d’ alzarmi
attratto dalla sublime visione.

Rassegnato, ma con tanto furore
la afferro con le mani avide
e gusto l’ inebriante sapore
immergendovi le labbra aride.

Cresce in me la voglia di bere,
con grande sincerità lo confesso,
ho fra le dita un vuoto bicchiere,
vedo nel fondo un viso riflesso.

E’ il volto d’ un essere ignavo
Che di resistere non è convinto;
“maledetto vino, tu mi hai vinto,
so che sarò tuo perenne schiavo”.

()  

 

Il mondo di Bébé - Egidio Cescato

 

Per stemperare la stanchezza e il giorno,
dopo il lavoro si contempla il mare,
mentre alle spalle regna il caos, ma attorno
agli scogli e nei flutti ecco scompare.

Dietro di noi rimbombano i fracassi,
ma qui l’oceano immenso e a tutti uguale,
rifiuti e olezzi gratta come sassi,
sola è la sabbia, umile, essenziale.

Questo è confine, per luce e rispetto
dove nel vento il nostro sogno vola,
qua si avverte e si accumula il dispetto;
l’immondizia che copre la parola.

Ora corri coi piedi nella spuma,
sei come pesce o selvatico uccello;
apri le braccia, scruti ov’è la luna
tutta d’argento, il regalo più bello.

«Di là del  mare, sai Bébé, a quest’ora
in Brasile la gente va ridendo
perché il sole la sta scaldando ancora.»
Volti il viso: «Patron, che stai dicendo?

Quale Brasile? Quale firmamento?
Quale sole va riscaldando altrove?
In questa riva io parlo, vivo e sento.
Questo è il posto mio. Non un altro dove.»

Derrier Warf,          Costa d’Avorio. 2007

()  

 

I fari della fretta - Tina Citterio

 

Coriandoli di luce
aggallano
immobili
sulle acque scure.
I fari orizzontali
della fretta
lambiscono l'onda.
Scendendo da Nesso
pare un miracolo
il lento silenzio del lago.
Più oltre
dove Laglio incanta il riflesso
fanno fusa
e una festa
ragazze coi sogni nei capelli.
Più oltre.
Da questa riva
la nenia dell'onda
colora i sogni più quieti.
Solo ora
che il tempo dell'alba
è ancora lontano
su questa curva
brulicante di ribes
fiotta
una fitta pioggia di stelle
sopra l'anima.

()  

 

Tramonto - Franco Ciullo

 

S'apre al vespro
il mio capello bianco
ad ombre, a cieli trasparenti.
Torna il cammino
tra rocce e vetri chiusi
entro spazi
che appressano la sera.

Se dolce è il tramonto
il raggio
che si stinge
posa la notte
e attraversa il tempo
verso mete
con diversa luce.

()  

 

La rosa del deserto - Maria Grazia Duval         

 

Dunque il deserto     
sono gli uomini e le bestie    
Rimpiccioliti, più volte un uomo    
solo, una bestia sola    
a punteggiare un foglio steso      
una carta da pacco.   
A pochi passi l'autobus la tenda   
sono già giocattoli entro un giro    
di cerchi di favole concentriche.   
           (Il saggio muore povero e Saladino     
            fu sepolto nudo).    
Noi, se di noi si parla,
cerchiamo antichi castelli
come sempre le ossa del passato.
Ombre lunghe restringono il giorno.
Dei califfi si sa che avevano
cavalli e carte delle stelle -
piste di frequenza assidua
toccavano il paradeisos,
il giardino delle molte acque.
         (Salah ad din  rifiutò l'acqua e il cibo
          e la città si riempì di tristezza).

()  

 

L'amore - Alfonsina Franzi Santini

 

L'amore      
una moneta     
di oro fino,       
coniata da una grande Zecca,     
il Cuore .      
Ha un potere      
d'acquisto    
illimitato .  
La sua domanda     
alta     
sul mercato .       
     
Il primissimo        
giorno di emissione      
risale al giorno       
della Creazione .       
Con tutti i sentimenti     
del mio cuore,   
acquisterò,      
unico investimento,  
la preziosa moneta    
dell'amore.  

()  

 

Ci sono. . . . - Federica Frigerio

 

Ci sono farfalle le ho posate nel tuo cuore
Ci sono margherite tra le pagine ad aspettarmi
C'è il temporale l'ho visto nei tuoi occhi
Ci sono i tuoi pensieri dormono nelle tue parole
C'è il mio futuro è scritto nel tuo     PASSATO . . .
Vieni c'è il tuo piatto preferito
Poi ti insegno a leggere . . .

()  

 

Ultimo tram al 31 dicembre - Mariateresa Frigerio

 

Scivola silenzioso
l’ultimo tram
esce
tra i lampi blu
da un anno bisestile.

E’ l’ultima corsa !
Dai finestrini illuminati
e decorati con stelle e auguri
semina sull’asfalto gelido
le illusioni e le promesse dell’inizio.

Sparisce nella notte
con l’ultima bellissima festa
e un’ illusione di felicità.

Domani un nuovo anno
già senza illusioni
fin dal principio.

()  

 

Poesie brevi - Mauro Fogliaresi

6 agosto 1945


Quattro ragazzi
uscendo dal tempio
pensavano ad un temporale.
A Hiroshima
quel giorno
non aprirono gli ombrelli.

Al funerale

Non bastarono i nostri pianti
piovve.
E così ombrelli baciarono altri ombrelli;
e così lacrime conobbero altre lacrime.

()  

 

La "Barbie"e la pigota - Luciana Galimberti Beretta

 

Una "Barbie" e'na pigota
a sa trövan inscì per caas
a discuur sura 'n divan.
Driza e snèla
l'é la "Barbie"
tacch a "spillo"
e "minigonna"
i cavej bén cutunaa
e cunt una "siluette"
d'una dona che fa dieta
Cunt un fä de cumpasiun
la da diis a la pigota:

"Brüta e vègia
tì ta sée !
I gambètt e i tò brasc
balan via come strasc,
düü butuni ìnn i  tò öcc
e i cavèj faa cun la lana
d'un vècc golf ch'éran tra-via"

La respund senza s'céncass
la pigota lì visin:

"Mi, u divertii d'istéss
fiöö ch'éran d'alter témp
e cun mi eran cuntént.
Senti indòss anmò 'l caluur
di dù man de quèla mama
che apèna cun düü strasc,
per Natal de ogni ann,
ul vestii la ma cambiava.
Incöö vaar dumè aparì;
tì, di püür quèll che ta paar
ma mi, sun cuntenta insci".

Giran i generaziun
ai fiöö ga piaas cambià
la pigota a l'è in tebiaa;
per i mamm ch'ìnn tropp ciapaa
a l'è mèj andà a cumprà.

 

La “Barbie” e la pigotta: Una Barbie e una pigotta (bambola di pezza) / si trovano per caso / a discutere su di un divano. / Dritta e snella / è la Barbie, / tacchi a spillo / e minigonna, / i capelli ben cotonati / e con una “siluette” / di una donna che è in dieta. / Con un fare da compassione / si rivolge alla pigotta: // “Brutta e vecchia / tu sei! / Le gambette e le tue braccia / sono flosce come stracci; / due bottoni sono i tuoi occhi / e i capelli fatti con la lana / di un vecchio maglione scartato”. // Senza risentirsi risponde / la pigotta lì vicino: // ”Io, ho divertito comunque / bambini di altri tempi / che con me erano contenti. / Mi sento ancora addosso il calore / delle mani di quella mamma / che con appena due pezzi di stoffa, / per Natale di ogni anno, / il vestito mi cambiava. / Oggi vale solo apparire,  / tu, dì pure quello che ti pare / ma io, sono contenta così". // Girano le generazioni, / ai bambini piace cambiare; / la pigotta è nel solaio, / per le mamme che sono troppo impegnate / è meglio andare a comperare.

()  

 

Che sia quel che sarà - Adriana Gervasini

 

Camminiamo insieme
tenendoci per mano
in questa confusione di pensieri
incessante travolgimento di idee
verso ciò che non vediamo,
attraverso nebbie quotidiane
e piogge che frustano la strada
e ci smarriscono.
Sto dimenticando il mio nome
tra rovi inestricabili
di parole tradotte
da una confusa parafrasi,
e sono sola
ad indurmi di capirle.
Tornerò forse a me stessa,
ai miei sogni,
al mio semplice cammino
e che sia quel che sarà.

()  

 

La toa sira - Francesco Maria Gottardi

(dialetto brianzolo)

 

L'è la toa sira  
ca ma fà pagura   
e quell ca restarà   
de la toa storia.   
   
Ta cercaroo   
in la vos  
d'ogni tramont,   
in di canzòn  
dal vent,  
in di lusnad   
di temporai d'estaa.  
  
E té  
vos da rosada  
manda da sora i stell  
la toa preghiera,  
cercom in on fil d'erba,
in da la bruga   
in da la nev    
ca quattarà i penser.    
   
L'é la toa sira   
ca ma fa pagura.  


La tua sera: E' la tua sera / che mi fa paura / e quel che resterà / della tua storia. // Ti cercherò / nella voce / di ogni tramonto, / nelle canzoni / del vento, / nel lampo / dei temporali estivi. // E tu / voce di rugiada / manda sopra le stelle / la tua preghiera, / cercami tra i fili d'erba, / nella brughiera / nella neve / che copre i pensieri. // E' la tua sera / che mi fa paura.  

()  

 

Incontro - Sandra Martoglio

 

Il mio cielo
si era fatto
quadro vuoto
senza segni
né emozioni
poi l’Incontro senza segni
né emozioni

poi l’Incontro

imprevisto
improvviso
un lampo ha smosso
l’indifferenza
il torpore
l’apatia

ho ritrovato i colori

ed ho gridato
gridato ancora
di gioia
d’amore
di vita.

()  

 

Vivere sognante - Gabriella Melis

 

Nude,
le mie braccia sottili
disperdono nel vento
ombre vaganti
di foglie
dal colore giallo.

Rivivo esperienze esaltanti
e il prevalere maligno
di pagine grigie
mi rendono assorta.

La risonanza
della mia malinconia
ristagna nel porto
di sofferenze passate
e la venatura azzurra
del mio anelito di vita,
ora,
riaccende brace spenta.

Ritrovo le orme
delle filigrane,
la gioia del muschio
ai piedi di un castagno,
il sapore del ghiaccio
decantato nelle botti,
il lirismo di un attimo
incorniciato nel cielo.

Amo il mio vivere sognante
e lancio in mare
l' ancora della speranza
per essere la prima
a salutare l' aurora.  

()  

 

Fatina di gemme - Alfredo Merlini

14 febbraio 2006

 

Salta di gioia
abbracciata alla stella

per non cadere sulla primula
capolina tra la neve.
La chioma di primavera
sventa la paralisi della bocca
nel mormorare  AMORE.
Lumcini lontani,
profumi avvolgenti
aprono il cuore
a travedere piaceri
su sprechi di sogni
sull'infinito cielo.
Manca la terra sugli appoggi
sul mondo brulicante
di germogli baci.
Scorda le amarezze
da lacrime di solitudine
nascoste dalla felicità
la fatina di gemme,
col sorriso inzucchera
la vita innamorata.

()  

 

Dumà ieer l'era april  - Graziella Molinari

(dialetto comasco)

 

Sa cùran 'drée i stagiùn e ogni passada
püssée spessa ancamò la fà la scorza 
che quata dént 
i pétai delicaa di sentimént. 
Ma, 'me radiis tachenta, la memoria 
la sa insediss, la passa i filadüür 
lasaa al fiaa del vent.
 
Vuus in surdina 
rivaa da ogni témp, 
sra la carta-müsica del cöör  
diségnan echi de malincunii, 
ognüna cunt ul sò càrich 
de céel senza cunfin e precipizzi. 
E tùrnan an'mò a viiv lüüs e umbrii
e sa indüina in di cavèj d'argent 
i rizz due sa intardiva un témp la lüna.
 
Memoria 
a l'è stu sfarfalà legéer de zipria  
arent a un raac de suu,  
l'orlu di munt, ul fiaa fresch de la breva. 
L'è 'st'aria ciara che la ment traversa. 
 
Ogni stagiun che passa 
la sua firma la lassa in sü la pèll. 
Ma dèntar . . .  
Déntar ghèmm ancamò sumenz d'amuur, 
gémm de ridaad, lümitt pizz al puntiil.
Ghèmm giööch de lüna, gibigiann de stèll
sul velu blö del laagh . . .  
  
Fiurìss giamò sü i ramm la galiverna.   
        Dumà iéer l'era apriil . . .

 

Aancora  ieriI era aprile Si  rincorrono le stagioni e ogni passaggio / fa ancora più robusta la scorza / che ripara / i petali delicati dei sentimenti. / Ma come radice tenace, la memoria / si insinua e penetra i varchi / lasciati al respiro del vento. // Voci sommesse / giunte da ogni tempo, / sopra il pentagramma del cuore / disegnano echi di malinconie, / ognuna con il suo carico / di cieli sconfinati e precipizi. / E ritornano a vivere luci e ombre, / e s'indovinano nei capelli d'argento / i riccioli dove da tempo indugiava la luna. // Memoria / è questo sfarfallio leggero di cipria / lungo un raggio di sole, / il profilo dei monti, l'alito fresco della breva. / E' quest'aria limpida che la mente percorre. // Ogni stagione che passa / lascia la sua firma sulla pelle. / Ma dentro ... / Dentro abbiamo ancora semi d'amore, / germogli di risa, / lumini accesi al pontile. / Abbiamo giochi di luna, riverberi di stelle / sul velluto blu del lago... // Già rifiorisce sui rami la galaverna. / Ancora ieri era aprile ....

()  

 

A Giulia - Cesare Puppi

 

Passò il comballo
dal carico greve
silenzioso
nella sua nobiltà;
stupiva la placida vela!

Alla  fresca brezza
affidai il mio sogno
come in un abbraccio,
come in una traccia d’inconscio.

Ed ella s’avvicinava, s’avvicinava…
quasi sfiorando le mie fragili membra
e quel mio appartenerle
si tuffò
nel tormentato reflusso argenteo
ove la mia solitudine
si spense 
e nel grembo
dell’antico porticciolo 
s’addormentò.

()  

 

Io e mio fratello - Raffaele Rigamonti

 

IO E MIO FRATELLO  
ABBIAMO IL VOLTO DI MILLE TERRE  
E SIAMO LA SOMMA DI MILLE GUERRE.   

IO E MIO FRATELLO  
ABBIAMO  SEMPRE  PAGATO LE TASSE   
E NON VIAGGIAMO MAI IN PRIMA CLASSE.

IO E MIO FRATELLO  
SIAMO UNA MENTE PER PENSARE   
ED UN BRACCIO PER LAVORARE.

IO E MIO FRATELLO  
SIAMO COME PEGASO E ORIONE    
E NON CREDIAMO AGLI INCENTIVI SULLA PENSIONE.

IO E MIO FRATELLO  
SIAMO UN PALLONE SENZA DEBITI     
E UN PORTAFOGLIO SENZA CREDITI.

IO E MIO FRATELLO
SIAMO CATTOLICI E MUSSULMANI 
SIAMO ORTODOSSI E PROTESTANTI  -
SIAMO BIANCHI E NERI 
SIAMO GIALLI E ROSSI  
E NON ABBIAMO IL MIRINO  
CON I RAGGI INFRAROSSI.  
 
IO E MIO FRATELLO
QUANDO SIAMO FUORI FASE  
SIAMO ANCHE EBREI E PALESTINESI   -
MA NON COSTRUIAMO MURI 
PER DIVIDERE IN DUE LE CASE   
IO E MIO FRATELLO  
SIAMO FATTI CON LA STESSA CARNE      
E LO STESSO SANGUE 
 
IO E MIO FRATELLO
NON ACCENDIAMO I RAZZI   
PER ANDARE SULLA LUNA    -
PERCHE' SAPPIAMO CHE E' SULLA TERRA  
LA NOSTRA FORTUNA.

()  

 

Appunti - Maria Roncoroni

 

Non sapevo come vestirmi 
nel labirinto dell'armadio  
ho trovato una vecchia gonna
coi riflessi della mia gioventù .

Nel silenzio della commozione
ho infilato le scarpe del primo ballo
coi tacchi dorati e il gilé di velluto
poi ho messo lo smoking 
allo specchio
per trovare il mio uomo. 

()  

 

Astronauti siamo - Armando Rudi

 

La galassia di schiuma
che ruota su se stessa,
lattea, nella tazza
del caffè maculato,
mi trasmette, bevendola.
la bizzarra impressione
di sentirmi astronauta
perso nel vuoto nero
dello spazio infinito.

Gioco di fantasia
dirà forse qualcuno,
da psiche visionaria,
alterata, eccessiva,
cui benevoli indulgere
senza darvi rilievo.

Pure noi per davvero,
imbarcati su tolda
di vascello spaziale
a struttura terracquea
(anche di fuoco e sangue),
navighiamo nel cosmo
solitari, in ventura
di scoperte e misteri.
Giustamente, per questo,
astronauti siamo.

()  

 

Gioia pura - Dario Sala  

 

Vivere nel profumo di un fiore  
e respirare la sensazione 
di una carezza. 
Camminare spiritualmente  
a piedi nudi, il più possibile,  
sui vellutati prati verdi
dei vent'anni. 
     
Credere, per possedere  
quella lontana  
e nebulosa speranza  
del definitivo trionfo   
del Bene sul Male . 
Essere ateo o indifferente   
é un vivere d'istinto 
su una strada senza meta .
Arrivati nei pressi  
dell'obbligata fine ...
guardare nel nostro passato  
e se nessuna macchia nera  
ci fa compagnia ...   
gioia più pura  
non può esistere.   

()  

 

Fior di Sambuco - Susy Salvadè  

Le preghiere mattutine
masticate dalla tua bocca 
arginano ferite
ronzano noiose nella stanza
diradando nella stanchezza 
che adombra i pensieri
del quotidiano vivere
Cerchi forza invochi la fede
parli di vita ne decanti castità
sgranando il rosario dei tuoi dubbi
nell’incomprensibile litania
con l’anima smarrita
distilli a goccia
nascoste paure 
dall’alambicco
del cuore.

Tu preghi
e io mangio marmellata di sambuco
   

()

 

Le Isole nel Tempo - Roberto Sampietro

“Noi siamo il fiume che invocasti, Eraclito.
Noi siamo il tempo. Il corso suo intangibile
Trascina via i leoni e le montagne,, 
Amore pianto, ceneri del piacere,
Insidiosa speranza interminabile,
Vasti nomi di imperi che son polvere,
Esametri del greco e del romano, ...”   

                             Jorge Luis Borges

    Molti han chiamato fiume il tempo. “Fiume
dalle oscure sorgenti”
, “dalle chiare
radiose acque fuggenti”
,
“dalla foce 
ignota, inesorabilmente”
.
La mia voce
è solamente l’ultima d’un coro.

È certo un fiume, 
lo avvertiamo scorrere,
aprirsi attorno e trascinarci via
per le mani e i capelli, senza sforzo
senza alcuna incertezza,
senza scia.
Ma è anche la mobile distesa
dove il mondo galleggia e si dissolve
per mille diverse direzioni,
esposto a lente forze ed alle azioni 
molteplici dei venti.
Se è un fiume è il Fiume Oceano che circonda
d’un vortice invincibile la Terra
e tutte le dimore dei viventi.

Ma vi son cose,
almeno in una breve vita umana,
che anche l’oceanica fiumana
trascura nel suo scorrere, 
e consuma, 
come l’acqua la pietra, 
a ritmo lento.
Restano. 
    E sono isole nel tempo.
Frangono la corrente silenziosa
con un quieto fruscio di prore,
ormai
di là d’ogni presente Gibilterra.

E danno all’immensa acqua violetta
senza riferimento in sé,
né spaziatura,
forma, spazio, misura e orientamento,
significato 
    e voce
duratura.

()

 

San Martino di Val Masino - Antonietta Sormani

 

Paese dal sole tardivo    
e monti incombenti    
con squarci di mine rombanti  
e friare di sassi .  
Paese che svendi ricchezza    
in quel frantumare di roccia.    
   
Eppure e' li' , la tua forza    
paese che sfidi baldanza  
su strade segnate da chiodi :    
combina ardire e prudenza :  
non sian tramonti le vie ,  
ma sentieri di "luna nascente" . . .   
  
Paese di rovi e di sterpi    
su campi un tempo coltivi,    
e ataviche storie di fieno  
raccolto sull'erta dei monti :
appigli di corda a scongiuro .    
Non colgo rimpianti di aspre fatiche    
ma solo tristezza negli occhi . . .  
e groviglio di sterpi e di ortiche . . .  
Che fanno da sponda
all'acqua che corre  
nel letto maestoso  
di larghi torrenti.   
 
Di vergine, intatto, selvaggio    
ti restan le cime dei monti    
gli abeti, i larici, i faggi,     
la lunga vallata del Mello . . .     
  
. . . che ad ogni crepuscolo, pare,  
trasformi i suoi massi giganti     
in bestie d'un era ancestrale :     
su pascoli vanno brucando . . .    
pacifiche, . . . immobili, . . .erranti, . . .  
tra musiche d'acque e di canti . . .     
  
. . .Ma questo e' un segreto che sveli    
a quelli che sanno vedere . . .      
         
O paese dal lento, ferroso, imbrunire.

()

 

Valtelines Pecator - Maurizio Tiberi

(Poesia in Vernacolo Valtellinese)

 

A sò nassùt                                                
pecator                                                      
ma poeta.                                                   
Con li làcrimi                                        
in dell cöör                                          
e inn di màà
'na matita che
a uolti la scrìff ciààr
e a uolti la scrìff scüür.
A sò nassùt
pecator
ma poeta.
Con li stèli de la nòcc
in dì öcc
chìli de la mia Valtèlina.
La mia scàrsèla
l'é pièna de böcc
ma ùl destin
al mà fa sciùùr
püsèè de cent re

 

Valtellinese peccatore: Sono nato / peccatore / ma poeta. / Con le lacrime / nel cuore / e nelle mani / una matita che / a volte scrive chiaro / e a volte scrive scuro. / Sono nato / peccatore / ma poeta. / Con le stelle / della notte / negli occhi / quelle della mia Valtellina. / La mia tasca / è piena di buchi / ma il destino / mi ha fatto ricco / più di cento re.

()

 

Il temporale - Mansueto Villa

 

Rabbioso mi rotola sul dorso
l'acciottolio di notturno
tuono estivo.

Mescolo alle mille della pioggia
le lacrime calde
della mia sorgente triste.

Inciso dentro l'osso frontale
il tuo viso
indelebile e lontano.

Abbracciato a questo cuscino
imploro qualche ora d'oblio
fino al tormento
del sole di domani.

()